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Liberamente
ispirato
all'omonimo
racconto di
Gogol |
Personaggi: Akākij
Akakievic
Basmakin,
copista di
Ministero -
Grigorij
Petrovic,
sarto - Olga
Semiōnovna,
sua moglie -
Agrafčna
Ivānovna,
padrona di
casa di Akākij
- Anatolij
Shalōmovic
Kōkorov,
capufficio -
Andrej
Matvčievic
Rastakōvskij,
impiegato -
Nicolaj
Vasėlievic
Kartkōv,
impiegato -
Ivān Jākolevic
Bulgārin,
impiegato -
Polkān
l'ubriaco,
poeta - Malėk
Mustāfovic,
mercante - la
donna ubriaca,
il gendarme,
la signora
focosa, due
ladri,
passanti,
impiegati,
invitati. |
Scheda dell'autore - Il testo si rifā a
uno dei
racconti pių
famosi di
tutta la
letteratura
mondiale: "Il
cappotto" di
Nikolaj
Vasil'evic
Gogol'. Molti
attori e
registi si
sono cimentati
con questa
opera e con il
suo eroe,
Akākij
Akākievic,
attraverso
adattamenti
vari o
semplici
letture. In
Italia se ne
occupō anche
il cinema:
Alberto
Lattuada, nel
1952, ne
trasse un film
con Renato
Rascel
protagonista.
Ai miei occhi
č sempre
apparsa come
la storia di
un semplice,
si potrebbe
dire di un
uomo
"innocente e
inconsapevole".
Non di uno
sciocco, non
di un essere
colpito da
speciale
accanimento
del destino.
E' la storia,
forse, della
maggioranza
degli esseri
umani, i
"copisti della
vita" che
mandano avanti
il mondo pur
subendone le
violenze e gli
insulti, e
ripetendone
all'infinito
le parole e
gli usi, i
sentimenti e i
desideri, i
sogni e i
naufragi.
Quindi si
parla di noi e
di oggi, anche
se Gogol'
questo
racconto l'ha
scritto nel
lontano 1842.
Credo che
sarebbe stato
un errore
quello di
trasferire la
storia di
Akākij nei
giorni nostri,
come spesso si
usa fare con i
classici. Non
ce n'č
bisogno. Siamo
tutti vecchi
Pietroburghesi.
Di quella
cittā
conosciamo a
fondo gli
angoli delle
strade, i
volti dei
passanti, le
voci, i rumori
e gli odori,
perché sono
gli stessi di
Milano e di
Torino, di
Bologna e di
Genova, di
Roma e di
Napoli e di
tutte le cittā
italiane di
oggi e di
sempre. La
marmaglia
arrogante e
rapace dei
presuntuosi,
dei vili,
delle mezze
calzette, dei
barattieri e
dei prepotenti
cammina e
traffica al
nostro fianco,
come camminava
e trafficava
al fianco di
Akākij
Akākievic ai
tempi dello
Zar Nicola I°.
Akākij non si
aspetta nulla,
non reclama
nulla pių
delle
minuscole
briciole di
pane e di
gioia di cui
si ciba e
vive. Gioia
per lui č
poter copiare
in bella
calligrafia
quel che hanno
pensato e
scritto gli
altri. E' la
sua missione,
e si ha
l'impressione
che dalla sua
penna il mondo
arido della
burocrazia
ministeriale
russa, che č
metafora del
mondo intero
nelle sue pių
varie
espressioni,
si sforzi di
uscire
migliore. Ma
l'unica volta
che la vita lo
costringe a
una grande
prova, ne č
schiacciato
fino a
morirne. Non
era in grado
di reggerne il
peso, non era
preparato.
Infatti, di
quel
meraviglioso -
e minaccioso -
cappotto nuovo
lui avrebbe
fatto
volentieri a
meno. Gli
bastava
rammendare
quello
vecchio. Ma le
convenzioni
sociali, la
meschinitā e
l'arbitrio
altrui, pių
che il freddo
dell'inverno,
lo hanno
sovrastato e
vinto. In una
societā che
rottama gli
uomini insieme
alle cose, il
suo vecchio
cappotto, che
"fra toppe e
rammendi era
tutta una
piaga" come la
casacca di
Geppetto, č
quello che
prende luce
alla fine
della storia e
quasi sventola
come una
bandiera. Di
questo
racconto ho
rispettato la
trama
eliminando
solo
l'appendice
(Akākij che
riappare come
fantasma)
perché in
teatro i doppi
finali non
funzionano e
perché la vera
storia, a mio
avviso, si
conclude al
momento della
sua morte. Dei
dialoghi,
perō, sono
responsabile
io, essendo
essi assai
scarsi nel
racconto
originale, e
poco
utilizzabili.
Con questa
difficile
operazione ho
cercato di
dare veritā a
una vicenda
ambientata in
tempi lontani
ma, come
dicevo,
attualissima,
adoperando la
lingua di
oggigiorno e
cercando nello
stesso tempo
di difenderla
da quel
gergalismo di
moda e di
maniera che
francamente
detesto e che
avrebbe fatto
a pugni con
l'ambientazione
d'epoca. So di
essere stato,
in alcuni
passaggi,
"traditore",
com'č quasi
d'obbligo
quando si
lavora su
opere o
materiali
altrui. Ma non
nelle linee
principali e
sempre con il
rispetto e
credo con il
garbo dovuti a
un gigante
della
letteratura e
del teatro, la
cui morte,
nella sua
desolata
solitudine,
sembra
ispirarsi
proprio a
quella del
minuscolo
Akākij. In
particolare,
ho aggiunto un
personaggio,
Polkān
l'ubriaco, che
mi serviva in
certi passaggi
e
collegamenti,
perché la
drammaturgia,
come sappiamo,
si basa su
solide regole
di necessitā e
di
artigianato.
La poesia, se
c'č, viene
dopo e si
rivela
magicamente
sulla scena,
pių ancora che
sulla pagina.
Ho cercato, in
definitiva, di
essere onesto
con Gogol' e
il pių
possibile
fedele alla
mia personale
e ormai
lunghissima
avventura nel
teatro. Per
dirla con
Flaubert -
sommessamente
e senza
presunzione -
Akākij
Akākievic sono
io... anche se
un po' meno
innocente del
nostro eroe.
Vittorio
Franceschi |
Il cappotto č andato in scena il 5
novembre 2013
al Teatro
Arena del Sole
di Bologna, in
una produzione
di Nuova Scena
- Arena
del Sole -
Teatro Stabile
di Bologna.
Interpreti:
Vittorio
Franceschi,
Umberto
Bortolani,
Marina Pitta,
Andrea Lupo,
Federica
Fabiani,
Matteo Alė,
Giuliano
Brunazzi,
Alessio
Genchi,
Valentina
Grasso
(Stefania
Medri
nell'edizione
2014/15).
Regia,
Alessandro
D'Alatri
Scenografia,
Matteo
Soltanto
Costumi, Elena
Dal Pozzo
Luci, Paolo
Mazzi
Musiche,
Germano
Mazzocchetti
Suono,
Giampiero
Berti -
Regista
assistente,
Gabriele
Tesauri -
Assistente
alla regia,
Elisa Cutrupi. |
Immagini
della prima
edizione: www.matteosoltanto.com |
Tutti
i diritti sono
riservati - Info:
vittoriofranceschi@libero.it |
|
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|
Premio della Critica 2009 |
Personaggi:
Un
ragazzo, col
casco, sui
diciott'anni.
Una
moglie, di etā
matura ma non
vecchia.
Un
padre,
elegante in
cravatta, sui
cinquanta.
Una
figlia, sui
trent'anni.
Un
barbone con un
sacchetto di
plastica, etā
indefinibile.
Il
Coro (formato
dagli stessi
attori che
interpretano i
cinque
personaggi).
|
A corpo morto č andato in scena il 15
aprile 2009 al
Teatro Duse di
Genova, in una
produzione del
Teatro Stabile
di Genova.
Scene di
Matteo
Soltanto,
costumi e
maschere di
Werner Strub,
musiche di
Andrea
Nicolini, luci
di Sandro
Sussi, regia
di Marco
Sciaccaluga,
unico
interprete
Vittorio
Franceschi. |
Immagini
della prima
edizione: www.matteosoltanto.com |
Tutti
i diritti sono
riservati
-
Info:
vittoriofranceschi@libero.it
- Testo integrale in inglese |
|
|
Il
SORRISO DI
DAPHNE
(2002) |
|
|
Premio
Enrico Maria
Salerno alla
Drammaturgia
Europea 2004
Premio
"ETI -
Olimpici del
Teatro" 2006
Premio
Ubu 2006 |
3 Personaggi: Giovanni (detto Vanni), 60 anni
circa; Rosa,
sua sorella,
di qualche
anno pių
giovane;
Sibilla, 25
anni. La
scena: una
stanza con un
letto, una
scrivania e
una libreria. |
Testo
pubblicato da
UBULIBRI nel
volume Il
sorriso di
Daphne tra
regine e
naufragi,
2007.
|
Prima edizione: Il
sorriso di
Daphne, con
Vittorio
Franceschi
(Giovanni,
detto Vanni).
Laura Curino
(Rosa, sua
sorella).
Laura Gambarin
(Sibilla).
Regia di
Alessandro
DAlatri.
Scene, Matteo
Soltanto.
Musiche,
Germano
Mazzocchetti.
Costumi,
Carolina
Olcese. Luci,
Paolo Mazzi.
Suono,
Federica
Giuliano.
Regista
assistente,
Gabriele
Tesauri.
Assistente
alla regia,
Marla Moffa.
Produzione:
ARENA DEL SOLE
- Nuova Scena
/ Teatro
Stabile di
Bologna
(Stagioni
2005/06 e
2006/07). |
Immagini
della prima
edizione: www.matteosoltanto.com
|
Tutti
i diritti sono
riservati
-
Info:
vittoriofranceschi@libero.it
|
|
|
SCACCO PAZZO (1989) |
|
|
Per
gentile
concessione
della Marsilio
Editori |
- Premio I.D.I (Istituto del Dramma Italiano) 1990
-
Premio I.D.I
(Istituto del
Dramma
Italiano) 1992
-
Premio
Taormina Arte
e Biglietto
d'Oro Agis
1992
|
3 personaggi: Antonio, di circa 40 anni -
Valerio, di
qualche anno
pių vecchio -
Marianna, di
circa 30 anni.
La scena: un
interno
piccolo
borghese
squallido e
trasandato. |
Testo
pubblicato da
Marsilio
Editori in
Venezia, nella
collana
Teatro.
"Scacco pazzo
č tradotto in
francese da
Huguette Hatem
e Marguerite
Pozzoli, in
inglese da
Christopher
Cruise, in
tedesco da
Petra
Fröhmcke, in
spagnolo
(castigliano)
da Xavier
Serra Estellés
e Antonio
Tordera Sāez,
in russo da
Tamara Skuj e
in polacco da
Maria
Olszaņsk. |
Sinossi - La scena:
un interno
piccolo
borghese.
Undici anni
fa, proprio il
giorno delle
nozze, Antonio
ha perso la
fidanzata in
un incidente
dauto. Alla
guida cera il
fratello
Valerio, che
la stava
accompagnando
in chiesa per
la cerimonia.
Per lemozione
e il dolore
Antonio ha una
regressione
infantile e da
quel momento
costringe il
fratello - che
pur
professandosi
innocente si
porta dentro
un oscuro
senso di colpa
- a
travestirsi da
padre, da
madre e da
fidanzata (con
tanto di abito
nuziale) in un
gioco crudele
del quale
Valerio
č
vittima mentre
Antonio grazie
a esso
riscopre il
linguaggio, la
fantasia, la
tenerezza e il
bisogno di
amore e con
essi anche la
crudeltā
dellinfanzia.
In quella casa
dove il tempo
sč
fermato
(da quel
giorno gli
orologi non
vengono pių
ricaricati e
Antonio
indossa
ancora,
bisunto e
logoro, il
tight nuziale)
Valerio - che
gestisce la
vecchia
cartoleria
paterna -
decide di
portare una
donna che ha
conosciuto di
recente e che
vorrebbe
sposare,
Marianna. Una
donna
apparentemente
fragile, né
bella né
brutta, che
forse si stava
rassegnando a
una vita di
solitudine.
Valerio non ce
la fa pių a
gestire da
solo la
pesantissima
situazione e
dopo tanti
anni dedicati
esclusivamente
al fratello ha
deciso di
pensare un po
anche a se
stesso e di
farsi una
famiglia. Ma
larrivo in
casa della
donna mette
ben presto in
crisi quel
precario
equilibrio
dove il solo
Antonio pare a
suo agio,
padrone e
maestro di una
finzione della
quale talvolta
sembra essere
perfettamente
cosciente.
Valerio
assiste
impotente al
nascere, fra
Antonio e
Marianna, di
un ambiguo
rapporto in
cui la
conquista di
un affetto
sereno e
disinteressato
č resa
difficile da
una sottile,
inquietante,
reciproca
attrazione
sessuale.
Antonio,
infatti, crede
- o finge - di
riconoscere in
Marianna la
fidanzata
defunta. E con
il suo
linguaggio di
adulto-bambino
la circuisce,
la blandisce,
la minaccia e
la seduce
umiliando nel
contempo il
fratello e
mettendone in
luce la
timidezza, la
mediocritā, il
grigio
conformismo.
Marianna,
profondamente
toccata dalla
disarmante - e
affascinante -
incombenza di
Antonio sembra
rifiorire e
ritrovare ogni
giorno di pių
femminilitā e
orgoglio.
Finché Antonio
in un mattino
insonne, al
termine di una
tormentosa
confessione
con la quale
rievoca la
disperata
solitudine di
questi lunghi
anni, cerca di
convincerla a
fare
allamore.
Ottenuto un
rifiuto, tenta
di
violentarla.
E lo shock
per tutti e
tre, č il
risveglio.
Marianna se ne
andrā per
sempre: questa
angosciosa
esperienza
lha aiutata a
conoscersi.
Quello che
cercava non č
in questa
casa,
tantomeno in
quellunione
che avrebbe
potuto
realizzare con
Valerio.
Antonio e
Valerio
resteranno
soli, ormai
irrimediabilmente,
a perpetuare
lantico gioco
dei ricordi e
dei
travestimenti.
E chissā: ora,
forse, i ruoli
si potranno
anche
invertire.
(Per una
sinossi pių
estesa
consultare:
Cento trame
del teatro
italiano a
cura di Luigi
Lunari -
Biblioteca
Universale
Rizzoli,
1993). |
- Prima edizione italiana:
Bologna,
Teatro
Testoni, 16
gennaio 1991.
Prod. Nuova
Scena/Teatro
Stabile del
Friuli-Venezia
Giulia -
Interpreti:
Alessandro
Haber,
Vittorio
Franceschi,
Monica
Scattini -
Scene e
costumi di
Sergio DOsmo
- Regia di
Nanni Loy.
|
- Prima edizione allestero:
Caen
(Francia),
Théâtre de
Caen, 7
aprile 1994 -
Prod. Theatre
de
Caen/Compagnia
Latitude 45
-
Interpreti:
Alain Trétout,
Jean Claude
Fernandez e
Isabelle Gomez
- Scene di
Jean Haas,
costumi di
Cecilia Da
Costa, regėa
di Jean Louis
Jacopin. |
Inoltre, Scacco pazzo č andato in scena a: |
- Cracovia, 19 giugno
1995, Teatr
STU,
nellambito
della rassegna
di
drammaturgia
italiana
contemporanea
promossa in
collaborazione
con
lIDI.
Interpreti:
Krzysztof
Globisz, Jerzy
Gralek, Aldona
Grochal -
Scene e
costumi di
Marek Braun -
regia di
Krzysztof
Jasinski. |
- Mosca, 2 ottobre 1995,
Teatro
Massoviet,
Compagnia
Roman
Viktiuk, per
la regia di
Roman Viktiuk.
|
- Dresda, 18 novembre
1995,
Staatsschauspiel
Dresden,
nellambito
del Festival
delle Nazioni
-
Interpreti:
Matthias
Hummitzsch,
Lars Jung,
Joanne Gläsel
- Scene e
costumi di
Barbara
Blaschke -
regėa di Hasko
Weber. |
- Marburgo (Germania),
31/3/1996,
Nordhessisches
Landestheater
Marburger
Schauspiel -
Interpreti:
Herbert
Wandschneider,
Franck
Damerius,
Beate Debiel -
Costumi di
Renate
Ostruschnjak -
Scene e regia
di Peter
Radestock. |
- Nordhausen (Germania),
7/9/1996,
Theater
Nordhausen -
Interpreti
Andreas
Leupold, Peter
Dreessen,
Sigfrid
Herforth -
Regia di
Andreas
Büttner. |
- Oberhausen (Germania),
7/12/1997,
Theater
Oberhausen -
Interpreti:
Albert Bork,
Günter Alt,
Anna Polke -
Regia di
Andrea
Bettini. |
- Lipsia (Germania),
Kulturbund,
1997. |
- Landshut (Germania),
Theater
Nikola, 1997.
|
- Biel/Bienne/Solothurn
(Svizzera)
Ensemble
Theater,
12/11/1997 -
Interpreti:
Urs-Peter
Wolters,
Dietrich
Schulz, Sabine
Ehrlich -
Regia, scene e
costumi di
Bernd
Bartoszewski.
|
- Glasgow, Tron Theatre
Company,
6/3/1998 -
Interpreti:
Andy Gray,
John Bett,
Fiona Bell -
Scenografie di
Pamela McPain,
costumi di Liz
Boulton -
Regia di Irina
Brown. |
Tutti
i diritti sono
riservati
-
Info:
vittoriofranceschi@libero.it
|
|
|
|
2 personaggi: luomo, la donna. |
Edizioni: LEsecuzione,
di Vittorio
Franceschi.
Prod. ERT -
Emilia Romagna
Teatro
Fondazione /
Teatro Stabile
di Genova.
Interpreti:
Vittorio
Franceschi,
Laura Curino.
Scene e
costumi:
Matteo
Soltanto.
Luci:
Vincenzo
Bonaffini.
Musiche:
Andrea
Nicolini.
Fonico:
Giampiero
Berti.
Assistente
alla regia:
Virginia
Landi.
Regia: Marco
Sciaccaluga.
Prima
assoluta:
Arena del Sole
di Bologna,
Sala Salmon, 4
aprile 2017.
|
Tutti
i diritti sono
riservati
-
Info:
vittoriofranceschi@libero.it
|
|
|
GRAND
GUIGNOL
ALL'ITALIANA (2009) |
|
|
5 personaggi: Esterina,
colf. Stella,
padrona di
casa. Umberto,
guida
turistica, suo
marito. Sisto,
salumiere.
Umby, postino. |
Edizioni: Teatro Stabile
d'Abruzzo
(2015) -
Interpreti: Lunetta
Savino,
Umberto
Bortolani, Andrea
Lupo, Carmen
Giardina,
Sebastian
Gimelli
Morosini.
Scene
Matteo
Soltanto,
costumi
Giuseppina
Maurizi, luci
Pietro
Sperduti,
musiche
Riccardo
Eberspacher,
regia
Alessandro
D'Alatri.
|
Tutti
i diritti sono
riservati
-
Info:
vittoriofranceschi@libero.it
|
|
|
ORDINE
D'ARRIVO (1986) |
|
|
3 personaggi: Luca, architetto deluso,
giocatore
accanito -
Gianni,
simpatico
farabutto -
Carlina, ex
maestra e
futura
taxista. La
scena: un
monolocale
spoglio e in
disordine. |
Edizioni: Roma,
Teatro Argôt,
5/4/1988 -
Prod. Il
carro
dellOrsa -
Interpreti:
Giampaolo
Saccarola,
Paolo Serra,
Maddalena
Fallucchi -
Scene e
costumi di
Maria
Alessandra
Giuri - Regia
di Luciano
Meldolesi.
|
Seconda edizione: Genova, Teatro Duse, 18/1/1996 - Prod.
Teatro Stabile
di Genova -
Interpreti:
Eros Pagni,
Claudio
Bigagli, Laura
Morante -
Scene e
costumi di
Ezio
Toffolutti -
Regia di
Vittorio
Franceschi.
|
Terza edizione: Milano, Teatro Olmetto, 27/12/1998 -
Interpreti:
Sebastiano
Tringali,
Gianluca
Machelli,
Tiziana
Bagatella -
Regia di
Giancarlo
Sammartano |
Sinossi: Luca gioca ai cavalli per non
pensare e
soffrire un
po' meno: per
ogni dolore,
per ogni
delusione, per
ogni
tradimento,
per ogni male
delluomo ci
sono almeno
due corse
nelle
ventiquattrore!
Gianni invece
sogna il colpo
di fulmine:
uno sguardo
fortissimo e
il cuore che
sbatte di qua
e di lā,
peccato che
Gianni non sia
un adolescente
timido ma un
truffatore
incallito.
Carlina č una
maestrina che
ha deciso di
mettere i
piedi per
terra e per
questo sogna
di guidare un
taxi: fermarsi
col rosso e
ripartire col
verde, ecco il
suo progetto
per i prossimi
trentanni.
Cose di tutti
i giorni, cose
di tutti noi.
Luca ha
inventato un
metodo per
vincere
allippodromo,
lo venderā
agli americani
e forse anche
ai tedeschi e
ai giapponesi,
basta
perfezionarlo
un po tenendo
conto
dellumiditā:
del resto lo
zig zag č una
variante
fantastica
della linea
retta. E la
distanza che
separa il
monolocale di
Luca dalla
sala-corse č
breve come
quella che
separa la mano
di Gianni
dalla sottana
di Carlina. A
proposito:
Carlina ha
comprato una
pistola e la
tiene nel
cruscotto per
gli stupratori
e per gli
imbecilli, chi
comincia?
Gianni č
un fenomeno:
se vi serve un
gorilla vi
procura un
gorilla in
pochi minuti o
almeno una
bertuccia e
ora sa che per
conquistare
una donna
bisogna farla
ridere: ci
voleva tanto?
Ma Luca ha
progettato
Bucolica
city e il suo
spirito č lā,
con Platone,
con Dante e
con
Diavoletto, un
cavallo-poeta.
Le illusioni,
come il
denaro,
passano di
mano in mano e
con loro gli
anelli di
fidanzamento,
i vasi cinesi
e le lampade
liberty...
quel che conta
č essere
fedeli al
proprio sogno.
Ma chi sogna
si ritrova
senza una
lira, senza
ragazza, con
la casa
svuotata e con
leiaculazio
praecox. E con
una radiolina
a transistors
che trasmette
lultima corsa
vinta da un
cavallo che si
chiama Lieto
Fine, peccato
che Luca
avesse puntato
su Marachella.
Potenza dei
nomi
e
pensare che
Gianni
glielaveva
detto! Ma la
vita č cosė,
non bisogna
meravigliarsi
troppo: un
amore incerto,
due schiaffi
certissimi,
qualche debito
da pagare e un
cavallo
vincente che
non vince mai.
Provare per
credere. |
Tutti
i diritti sono
riservati
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vittoriofranceschi@libero.it
|
|
|
AUTOSCONTRO (1989) |
|
|
2 personaggi: Olimpia e Steno, poco pių
che
adolescenti.
La scena: una
modesta camera
d'albergo. |
Tutti
i diritti sono
riservati.
Info:vittoriofranceschi@libero.it |
|
|
JACK
LO SVENTRATORE
(1992)
|
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|
8 personaggi (di cui 2 che non parlano):
l'amico di
Jack, un uomo
sui
quarantanni -
la madre di
Jack - la
troupe un po
scalcagnata di
una piccola TV
privata,
composta da:
la giornalista
(Bianca),
bella un po
intellettuale,
sui trentanni
- il regista
(Elio), sui
quarantanni -
loperatore
(Lallo), sui
cinquantanni
-
lelettricista
(Alberto), che
non parla - il
fonico (Gigi),
che non parla
- Carolina,
giovane
attrice molto
carina. La
scena: un
seminterrato
disadorno. |
Tutti
i diritti sono
riservati
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vittoriofranceschi@libero.it
|
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|
LA
REGINA DEI
CAPPELLI
(1993) |
|
|
Premio
Speciale della
Giuria al
Premio
Riccione 1997
|
6 personaggi: Regina - Misurina, ancella -
il Capitano,
segretario
fotografo -
Gabriele,
giovane
innamorato -
Zago, mastro
calzolaio -
Unna, maestra
di ballo. La
scena: una
stanza
riccamente
arredata. |
Testo
pubblicato da
UBULIBRI nel
volume Il
sorriso di
Daphne tra
regine e
naufragi,
2007.
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Testo
originale mai
rappresentato.
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Sinossi
Il
suo nome č
Regina, č
unindossatrice
di cappelli.
La pių famosa,
la pių pagata,
la pių
ricercata del
mondo.
Indossati da
lei i cappelli
pių brutti e
volgari
diventano
raffinati e
sublimi.
Riceve ogni
giorno
centinaia di
lettere, doni
principeschi,
proposte di
matrimonio.
Persino uno
sceicco, che
per lei si č
fatto
monogamo, la
vorrebbe in
moglie. In
realtā Regina
č una donna
infelice, un
male
misterioso che
lha colpita
da bambina
lha resa
mostruosa
dalla cintola
in gių. Le
gambe sono due
tronchi
purulenti che
emanano un
fetore
insopportabile,
il ventre č
gonfio e
ricoperto di
croste
sanguinolente
che richiedono
continue cure.
E la fedele
ancella
Misurina a
occuparsene:
fasce, bende
per impacchi,
unguenti,
bagni con sali
e erbe rare.
Il fotografo
di fiducia di
Regina, che
ricopre anche
il ruolo di
segretario e
di guardia del
corpo, č un ex
marinaio detto
il Capitano,
segretamente
innamorato di
lei. Suo č il
compito di
pettinarla
ogni giorno e
questo č per
lui il dono
pių grande.
Naturalmente
Al telefono
Regina si nega
a tutti
fuorché alla
madre che ogni
volta ricopre
dinsulti,
colpevole di
averla
generata cosė.
Una
notte, nella
sua camera da
letto il vetro
di una
finestra
sinfrange e
un giovane
piomba nella
stanza. Si
chiama
Gabriele, č un
aviatore, č
bellissimo, č
innamorato di
lei e la vuole
sposare.
Regina č
felice ma non
vuole
ingannarlo.
Gli si mostra
in tutta la
sua deformitā
e a quella
vista Gabriele
dice di amarla
ancora di pių,
per la luce
dei suoi occhi
che riflettono
un dolore
puro. Poi se
ne fugge dalla
finestra
dicendo che
tornerā domani
a mezzanotte e
la porterā via
con sé. Lei č
confusa,
lusingata,
eccitata,
impaurita,
felice e
disperata
insieme. Notte
insonne,
ovviamente. Il
mattino dopo
Regina
tradisce uno
stato danimo
che rasenta la
pazzia. Ha
trovato
lamore,
quellamore
dal quale
credeva di
essere esclusa
per sempre! E
figurarsi la
sua sorpresa
quando,
allontanate
con un gesto
le lenzuola,
scopre
dessere
guarita!
Pustole e
piaghe sono
sparite, le
gambe sono
bellissime e
guizzanti,
divino
lincarnato.
Regina č fuori
di sé, urla,
canta, fa
ammattire
segretario e
ancella, butta
dalla finestra
decine di
cappelli
appena
arrivati da
paesi lontani
dicendo che
non vuole
indossarne
pių. Ordina al
Capitano di
procurarle un
maestro di
ballo e un
mastro
calzolaio,
vuole
finalmente
indossare un
paio di scarpe
e ballare
tutti i balli,
come ogni
ragazza di
questo mondo.
Si riconcilia
persino con la
madre, che
invita alle
proprie nozze.
Misurina
piange, il
Capitano č
distrutto. La
loro vita ora
non ha pių
scopo.
Viene
mezzanotte,
Gabriele balza
nella stanza e
si getta fra
le sue
braccia. Ma
subito si
scosta, quasi
non la
riconosce.
Dovč finita
la donna che
amava? Non gli
importa nulla
delle belle
gambe che ora
lei esibisce,
né dei balli
che sa
eseguire
magistralmente
con quelle
belle
scarpette di
seta. La luce
che amava non
cč pių, quel
dolore puro ha
lasciato il
posto a una
mediocre
gioia, davanti
a lui ora cč
una donnetta
qualsiasi. Il
giovane non
puō sopportare
questa
delusione
abissale e le
chiede di
ucciderlo. E
Regina
obbedisce,
facendolo
precipitare
dalla finestra
con un tocco
leggero della
mano. Gabriele
scompare nel
buio in
silenzio come
scompare un
sogno,
risucchiato
dal nulla. E
subito Regina
sente dolore
alle gambe, a
fatica si
trascina fino
al letto, si,
le piaghe sono
tornate e con
esse il fetore
e quella luce
sublime
e
Misurina puō
di nuovo
medicarla e
fasciarla, e
il Capitano
pettinarla
e
quasi quasi
potrebbe anche
indossare un
cappello,
perché no, ne
sono arrivati
tanti in
serata
e giā
il Capitano
prepara la
macchina
fotografica, e
Misurina i
vestiti e i
gioielli coi
quali Regina
sarā
immortalata
dalla cintola
in su. Si, č
di nuovo lei:
meravigliosa,
con il dolore
nel cuore e
quella luce
negli occhi.
Lordine č
tornato,
lordine che
non si puō
violare e che
nemmeno
lamore puō
mutare.
Lordine in
cui luomo,
uno e diviso,
č
irrimediabilmente
solo. |
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LA SIGNORA DALLE SCARPE STRETTE (1994) |
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17 personaggi + 4 che non parlano: Evelina
Pepe,
guardarobiera
- Ignazio
Brabanza,
campione di
ballo liscio -
Billo,
impastatore di
torroni -
Bourbon,
gestore di
balera - Giō
Giō Müller,
altro gestore
di balera -
Ada Del Baffo,
ballerina di
liscio -
Flora,
appassionata
di funerali -
Iride,
appassionata
di funerali -
la guardia -
il diplomato,
ladro -
Gaetano, ladro
- Carlo, ladro
(che non
parla) -
Tonino, ladro
(che non
parla) -
Gulliver,
ladro (che non
parla) -
Mirella, ladra
(che non
parla) -
Tomasetti,
infermiere -
Hermann,
guardarobiere.
La scena:
diversi
ambienti. |
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DIALOGO
COL SEPOLTO
VIVO (1995) |
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Monologo
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Personaggi: l'uomo. La scena: un cumulo di
macerie.
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Prima edizione: Teatro Argot, Roma, dal 2
al 13 maggio
2007. Scene e
costumi di
Matteo
Soltanto,
musiche di
Germano
Mazzocchetti,
regia di Marla
Moffa.
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i diritti sono
riservati
-
Info:
vittoriofranceschi@libero.it
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L'UOMO CHE MANGIAVA I CORIANDOLI
(1996) |
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23 personaggi (che possono essere interpretati da 7
attori: 5
uomini e 2
donne):
il vecchio -
Giulia - il
barista - 1°
passante - 2°
passante - la
donna - 1°
benzinaio - 2°
benzinaio - 1°
avventore - 2°
avventore -
una ragazza
bionda - 1°
barbone - 2°
barbone - 3°
barbone - 1°
uomo - 2° uomo
- una giovane
donna - una
ragazza con
anelli e
collanine - un
marito - una
moglie - un
viaggiatore -
una
viaggiatrice -
un altro
viaggiatore -
passanti e
viaggiatori
che non
parlano. La
scena: diversi
ambienti
esterni. |
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CABARET
DA VIAGGIO
(1998) |
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18 personaggi (interpretabili da 6 attori: 4 uomini e
2 donne):
il
capostazione/poeta
- la moglie -
il marito - il
passeggero -
il
rappresentante
- il giovane -
la ragazza -
il professore
- il tifoso
malinconico -
il borgataro -
il
radioamatore -
la signora -
la donna - il
cieco - la
madre - la
suora - il
frate - il
controllore.
La scena: uno
scompartimento
ferroviario. |
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I NAUFRAGI DI MARIA
(1995/1999) |
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14 personaggi: ll professore - la moglie -
Maria - Nicola
- la magra -
Bristol -
Edmondo - la
chiromante -
l'extracomunitario
- il mimo - la
vecchia - 1°
giovane - 2°
giovane - 3°
giovane - due
zingarelle
(che non
parlano) - la
voce della
madre. La
scena: diversi
ambienti. |
Testo
pubblicato da
UBULIBRI nel
volume Il
sorriso di
Daphne tra
regine e
naufragi,
2007.
|
Testo
originale mai
rappresentato. |
Sinossi
-
Potrebbe
intitolarsi
tranche de
vie
questopera
drammatica che
racconta la
storia di una
ragazzina
quattordicenne,
violentata e
prostituita
dal padre e
affittata
per due anni
da un maturo
professore che
se ne č
invaghito e
pensa cosė di
salvarla dallo
sfruttamento,
trascinandola
in una storia
damore
impossibile e
disperata. In
questo
paesaggio
desolato si
muovono
personaggi che
sono
espressione di
un terribile
degrado morale
(il padre
Nicola,
Bristol lo
sfasciacarrozze,
Edmondo il
sicario), di
una umanitā
marginale e
senza speranza
(la Magra, la
chiromante,
lextracomunitario)
e di una
borghesia
velleitaria e
arida (Il
professore e
la moglie).
Maria vive
segregata in
una stanza.
Una catena
sottile parte
dalla
ringhiera ai
piedi del
letto - una
sbarra
orizzontale
lungo la quale
la catena puō
scorrere - e
si chiude alla
caviglia
destra della
ragazza
consentendole
di arrivare
alla finestra
e di entrare
nel bagno.
Nella stanza
ci sono alcuni
libri di mare
e un atlante,
doni del
professore a
Maria che ama
i racconti di
mare. Fra
questi libri
ce nč uno che
riporta
cronache di
antichi
naufragi. E
questo libro,
che la
ragazzina
ormai conosce
a memoria, non
č soltanto per
lei una sorta
di manuale di
sopravvivenza
ma anche il
libro
eletto, il
libro della
vita. Maria
sogna
naufragi, come
altre ragazze
della sua etā
sognano
ricchezza,
notorietā o
lincontro col
principe
azzurro che
nella maggior
parte dei casi
ha le
sembianze di
un cantante
rock. Maria
sogna con
animo puro,
pensa con
animo puro e
attraversa il
male senza
esserne
toccata. Dal
canto suo il
professore
sogna di
riscattare,
anzi di negare
con un gesto
clamoroso la
propria
mediocritā e
il fallimento
di una vita.
Perciō
organizza la
fuga di Maria
e morirā per
difenderla -
unico gesto
degno di una
vita inutile -
dal sicario
che vuole
riportarla a
casa, alla
fine di un
succedersi di
eventi che
coinvolgono,
in una sorta
di staffetta
tragica,
tutti i
personaggi
della pičce. E
al termine di
questo viaggio
tormentato
Maria
finalmente
raggiungerā il
mare. Ma farā
appena in
tempo a
conoscerlo e a
bagnare i
piedi in
quellacqua
tiepida
|
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IL
FIORE
INESISTENTE
(2000) |
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Apologo
con canzoni |
Personaggi: il reduce |
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L'ARCA
DI GEGE' (2002) |
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8 Personaggi (realizzabili da due attori e una
attrice):
Gege', la
iena, Luisa,
il
giornalista,
il terzino, De
Murtas, il
postino, Midy.
La scena:
l'interno di
un'arca in
mezzo al mare. |
Testo
originale.
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FRAMMENTI DI VITA (2004) |
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2 personaggi: lui e lei. |
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LA BARBONA E IL PAPPAGALLO
(2005) |
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Personaggi: la
barbona e
un pappagallo
meccanico. |
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|
NUVOLE MALANDRINE (2012) |
|
|
Liberamente
ispirato alla
commedia "Le
nuvole" di
Aristofane
|
Personaggi: Stroppia, Felpa,
Scrocca, Coro
delle Nuvole,
Discorso
magro,
Discorso
grasso, Giando
valletto del
Pensatoio,
Akimoto
guardia del
corpo di
Scrocca,
Schiappa servo
di Stroppia,
Pasta e Pista
creditori,
alcuni
pensatori. |
Testo
mai
rappresentato,
liberamente
ispirato alla
commedia "Le
nuvole" di
Aristofane.
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UBRIACHEZZA MOLESTA (2013) |
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|
Personaggi: Sbronzini, Calicetti,
Prosit, La
Ciucca, il Principe
a cavallo.
|
Testo
mai
rappresentato.
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FILOTTETE.5 (2012)
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Liberamente
ispirato
all'opera
"Filottete" di
Sofocle
|
Personaggi:
Filottete;
Odisseo;
Neottolemo; I
quattro
marinai del
Coro; Il
Messaggero.
|
Perché questo titolo?
Perché di
Filottete ce
nerano giā
quattro: oltre
all'originale
di Sofocle ci
sono quelli di
Fénelon, di
André Gide e
di Heiner
Müller.
Chiedendo
scusa per
l'intrusione a
tutti questi
miei illustri
predecessori,
ai quali mi
accosto con
umiltā e
rispetto, col
mio fanno
cinque. Sempre
che non ce ne
siano altri
sparsi qua e
lā o chiusi in
qualche
cassetto, di
cui non ho
notizia.
Vittorio
Franceschi
|
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mai
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LA DIMENSIONE DEL
NERO (1971/72)
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Personaggi:
il
ragionier
Paride; Bice,
sua moglie;
Matilde, loro
figlia; la zia
Natalina; il
Dr. Filicudi;
Don Remigio;
Duilio,
sagrestano; il
Cav. Fusilli;
Oboe, orsa
minore.
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